Serata di ringraziamento per la lotta al COVID-19
Una serata speciale per dire grazie a chi sta lottando contro il Covid-19, a chi non si è mai tirato indietro, ma ha sempre messo a disposizione della comunità il proprio tempo e il proprio impegno. « Dopo lunghi mesi di sofferenza e difficoltà, oggi conosciamo meglio questo terribile virus, abbiamo imparato a difenderci, adottando semplici precauzioni come la mascherina e il distanziamento sociale.- spiega il sindaco Simone Calamai- L’emergenza è tutt’altro che finita, ci aspettano altre prove, ma come amministrazione comunale abbiamo ritenuto importante dire grazie a chi ha sempre lavorato per il prossimo, a chi non si è tirato mai indietro. Un grazie che vuol essere come un grande abbraccio da parte della comunità montemurlese ai nostri medici, agli operatori sanitari, ai nostri volontari. In questo periodo Montemurlo ha sofferto, non possiamo dimenticare che sono morti quattro nostri concittadini, ma ha anche dimostrato un grande cuore (penso alla generosità dei buoni spesa per le famiglie in difficoltà) e grande senso di responsabilità. Il nostro motto, fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria, quello che sventola da uno striscione sul balcone del municipio, è sempre lo stesso: #soloinsiemepossiamofarcela». La serata è stata aperta dalla proiezione di un documentario, “Montemurlo lockdown”, realizzato da Marco Perrotta e Martino Areniello, un cortometraggio che racconta per immagini la Montemurlo dei lunghi mesi di isolamento con le strade vuote, le fabbriche e i negozi chiusi e un grandissimo silenzio. Un breve film realizzato volontariamente da due operatori che hanno lavorato gratuitamente per documentare l’isolamento. Inoltre, nel corso della serata, sono state proiettate anche le foto di Lorenzo Spinelli, Fiorenzo Stefani e Alessio Lucarini, tre fotografi che, grazie a permessi speciali del Comune, durante i mesi di fermo totale hanno documentato la Montemurlo dell’isolamento, immortalando per sempre gli striscioni appesi ai balconi dai bambini con la scritta “andrà tutto bene” e le cerimonie come il 25 aprile o la festa patronale della Croce in un clima surreale di assenza e sospensione.
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